Plus Sole 24 Ore - 28/05/2022

STRATEGIE
Neutralizzare il cambio è più sensato per i bond, dove conta avere la cedola
Marzia Redaelli


Speculare sul rischio cambio richiede un’elevata propensione al rischio. Viceversa, coprirsi dalle oscillazioni valutarie ha dei costi, che ha senso sopportare se l’obiettivo dell’investimento non è la speculazione, ma l’opportunità offerta dalle attività finanziarie per motivi legati ai fondamentali dei titoli e al contesto economico dell’area alla quale fanno riferimento.

Per esempio, nel caso delle obbligazioni, il fine può essere di avere una cedola interessante, senza necessariamente puntare sul cambio. Per le azioni, invece, la correlazione tra quotazione e valuta è più complessa, perché il ritorno dell’investimento dipende anche dal tipo di attività della società quotata, che può essere favorita o meno dal rafforzamento o dall’indebolimento di una moneta, a seconda di dove genera il fatturato.

Marco Galli, consulente finanziario autonomo, spiega che ai clienti suggerisce di diversificare una parte del portafoglio in obbligazioni di aree valutarie diverse dall’euro, principalmente in dollari. La copertura del cambio, magari attraverso un Etf che prevede la neutralizzazione delle oscillazioni valutarie, e l’ammontare relativo dipendono dal profilo di rischio dell’investitore. «Indirizzo parte dei portafogli su obbligazioni Usa - spiega Galli - di durata fino a un massimo di sette anni, per sfruttare il differenziale di rendimento. Per i bond ha senso coprire il cambio, soprattutto se l’obiettivo è avere un flusso cedolare certo, che non varia a seconda dell’andamento delle divise. In ogni caso, bisogna pesare il rischio nell’ambito di quello complessivo del portafoglio».

Il T-Bill Usa a dodici mesi rende oltre il 2% (il BoT a un anno lo 0,2% e il Bund tedesco ha un rendimento negativo). Fino alle durate biennali il divario è ampio, poi man mano si affievolisce, perché di recente nell’area euro i rendimenti sono saliti molto in vista di un rialzo dei tassi anche da parte della Banca centrale europea, che con le ultime fiammate dell’inflazione non potrà restare ferma.

«Il dollaro - continua Galli - è una valuta sicura e garantisce rendimenti più elevati di quelli dell’area euro euro. Il differenziale dei tassi tra Stati Uniti ed Europa resterà anche con i rialzi della Bce, perché Oltreoceano l’inflazione è più alta. Inoltre, nei momenti di incertezza come l’attuale, la divisa americana ha maggiore appeal».

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